pronome personale: "io"

Viso è ciò che è visibile col viso , e viceversa diventa il totale di ciò che si vede .
Grazie al recupero dell’aurea sacrale (nasconde o mostra) il “visus” rende divino o immortale il suo portatore.
Balsàzs dice appunto che nel primo piano c’è spesso la drammatica rivelazione di ciò che realmente si nasconde nell’apparenza delle cose.
Avatar, lifting,viso, maschera,teschio che cosa hanno in comune?
C’è un filo conduttore?
Partiamo dalle maschere, la loro funzione antropologica -il loro essere presenti in moltissime culture-va ben oltre l’esigenza di poter mutare persona o identità, esse hanno un fascino e un inquietudine che coinvolgono tutti.
La maschera è un sipario che si apre sul teschio, essa è replica inorganica del viso organico,tende a costituirsi come unità e anche come identità del vivo col morto, dell’essere col nulla.
Ma come si costruisce un identità?Essa è contrasiva e contestuale ,(Sarnelli) non esistono identità pure (J.Corrad ) viviamo in un epoca definita da Bauman ..modernità liquida..nel senso che muta continuamente le sue forme, non è statica ma dinamica, questo non evitando conseguenze come la mancanza di senso di appartenenza, mancanza di radici, dove la comunità non è altro che intesa come una “comunità guardaroba”(bauman), dove ognuno assume il ruolo da spettatore sullo scenario mondiale proiettato dai media, che hanno funzione di Agenda setting (McCombs11962, teoria del trasferimento di salienza, i media dettano argomenti sui quali parlare). Quando essi non parlano più di un determinato argomento lo spettacolo è finito e inesorabilmente ognuno indossa il proprio abito e se ne va.
M a cos’è un ruolo?
Il ruolo si differenzia dallo status in quanto quest’ultimo (Linton si deve accostamento tra i due) è interpretato come posizione sociale ordinata riferita ad un ambito sociale.Ad esso vengono ricondotti diritti e doveri, può cambiare il soggetto ma diritti e doveri restano.Esempio Lo Status di cittadino comporta assolvere diritti e doveri, ma un cittadino può ricoprire vari ruoli,madre,moglie,figlia. Io definibile con un “noi”.
Merton arricchisce questa tematica identificando la molteplicità di ruoli con il termine rol-set.
G.H.Mead nella sua opera Mind, self and society afferma che nel processo dell’assunzione di ruolo, si devono tener presenti le aspettative altrui, essere capaci di assumere il punto di vista altrui.
Goffman parla del ruolo in connessione con maschera e che ognuno di noi ne indossa una molteplicità assumendo identità plurime. (Pirandello 1 nessuno centomila)
Ma se il sistema sociale è formato da interazioni continue,(teoria interazionismo simbolico Mead) qual è il ruolo dei Media(tutti i mezzi di comunicazione dalla carta scritta,tv,web) e il loro impatto sulla condotta individuale?
Le case sono diventate scenari di fruizioni differenziate,dove mezzi ritagliano nuovi spazi personali e sociali,muovendosi con l’utente(telefonini) condividendo sia l’uso personale che sociale, (tv, pc, cinema, internet).
Ma ci sono spazi che ci creiamo nella società post-idustriale, (definita l’era dell’informazione, nell’era dell’ ICT: international, commnuniquetion, technology) che non sono reali ma virtuali,non nel senso che non esistono ma nel senso che non sono realtà materiali, tangibili.
A proposito di internet nel world wide web,( Cyberspazio), il portatore diretto del sapere non è più la comunità fisica e la sua memoria corporea ma la memoria collettiva,che sfocia nell’apprendimento cooperativo e dà vita ad una intelligenza collettiva.
La cultura di rete è fuori dal territorio e dal tempo, nelle sue parole esiste solo in tempo reale ,è priva di riferimenti spazio-temporali.
Gli spazi virtuali sono regni ipervisivi .Niente corpo niente vulnerabilità.,la realtà virtuale implica la perdita del senso di realtà,è un mondo putativo nel quale il mondo reale resta fuori,qui è possibile esser come io etere e proteiforme,liberati dalla”pesantezza” del proprio corpo.
Il volo verso la virtualità diviene fuga da sè ,difesa contro una realtà e un mondo reale che sono diventati sempre più pericolosi e difficili da gestire.
Grazie alla possibilità di cambiare Avatar siamo in grado di essere chiunque e di creare rapporti con chiunque .Questo può essere un problema o una soluzione a seconda del caso.
Studi sui MORPG giochi di ruolo ondine identificano la possibilità di assumere vari ruoli in contesti completamente diversi. Con il risultato di avere la possibilità di esplicitare caratteristiche che nel mondo reale limitiamo o nascondiamo.Ma queste caratteristiche sono sempre positive,se nella realtà inibiamo la nostra aggressività qual è il confine nel modo virtuale?
Lo studio sulle mappe mentali e la costruzione della reatà evidenzia che percepiamo la realtà così come l’abbiamo costruita nei nostri schemi.Se questa furvianza della realtà da vero a percepita è possibile nel mondo tangibile e nei rapporti verificabili empiricamente lo è ancora più nel mondo intangibile, dove assumiamo falsi ruoli,mettendoci sempre una maschera diversa.
Fino a che punto i rapporti creati nelle chat sono “reali”?con chi parliamo veramente e noi chi siamo veramente? L’immagine che ci costruiamo è quella reale?o è un costrutto mentale?
I Cybernauti positivisti direbbero nel suo contesto si. Ma noi in quanto esseri dotati si senso e materialità, che abbiamo bisogno di realtà tangibili possiamo vivere 24 ore su 24 in un modo che crolla (insieme ai “nostri” rapporti e legami virtualmente attendibili) al venir meno di un alimentazione elettronica?.



Libri consultati:
Teorie della comunicazione di massa Sara Bentivegna
Comunicazione Visuale Canevacci
I frutti puri impazziscono j.Corrad
Psicologia Generale Luigi Anolli,Paolo Legrenzi
Manuale di Psicologia sociale Giuseppe Mantovani
Tecnocultura Kevin Robins, Frank Webster
Remediarion Jay david Bolter,Richiard Grusin
I segni dell’appartenenza Sarnelli

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