linguaggio...e oralità Derridà

Tesi 1


Partendo dalla premessa secondo la quale la scrittura (che Derrida per convenzione chiama archi-scrittura) non è ciò che vediamo e quindi (segni o grafia), ma il suo contrario, possiamo affermare che la sua prima tesi è vera.
Se è vero che il non comunicare è un comunicare e che ogni segno ha senso per opposizione e differenza e alla pagina bianca la pagina scritta, allora la “scrittura” intesa come ciò che non è esplicitato in nessuna forma che Derrida chiama Archi-scrittura, può essere esistita ancor prima dell’oralità, anche se ne abbiamo scoperto prima la sua differenza con la traccia scritta.
L’archi-scrittura è la condizione che permette l’articolazione udibile, visibile, fonica o grafica.

Sintetizzando esiste il LINGUAGGIO poi esso può essere scritto o parlato, o addirittura né scritto o parlato ma del corpo, ma il fatto che l’uomo ne abbia “scoperto”prima l’uno e poi l’altro e lo abbia definito, non necessariamente esclude la loro pre-esistenza nell’opposto della loro “forma”.
La vocalità:al silenzio = la scrittura : antiscrittura ma tutte sono in opposizione all’archiscrittura

Potrei paradossalmente dire che non esiste nessun quadrato nero o nessuna cornice bianca perché non ho disegnato nessuna cornice ma sono portato a dare comunque una definizione di ciò che vedo grazie al resto che mi aiuta a definirlo per opposizione.

Quindi se la scrittura (grafia esiste) lo è e grazie a ciò che non è o meglio a ciò che Derrida chiama per convenzione archiscrittura.


Si può conferma il concetto di logocentrismo secondo la definizione 2B, in virtù del fatto che si crede che la scrittura è la rappresentazione di ciò che diciamo.